Menocchio, il nuovo film di Alberto Fasulo sarà in concorso alla 71^ edizione del festival svizzero di Locarno (1/11 agosto) nella sezione International Competition.
Prodotto da Nefertiti Film con Rai Cinema e co-prodotto con Hai-Hui Entertainment (Romania) il lungometraggio è sostenuto da MiBACT Sviluppo sceneggiature originali, Re-Act Co-Development Funding Scheme, Fondo per l’Audiovisivo del Friuli Venezia Giulia, Film Commission Friuli Venezia Giulia, Trentino Film Commission, CNC – Centrul National al Cinematografiei ed è stato sviluppato durante il workshop EAVE.
Regista di TIR (Marc’Aurelio d’Oro al Festival di Roma) e GENITORI (presentato Fuori Concorso al Festival di Locarno), Alberto Fasulo porta sul grande schermo la storia di Menocchio, mugnaio friulano vissuto nella seconda metà del ‘500, che rivendicava la sua libertà di pensiero e per questo finì nella rete dell’inquisizione. La location principale è la Val Pesarina (UD), ma parte delle riprese sono state realizzate a Concordia Sagittaria, Portogruaro e Trento.
Italia. Fine 1500. La Chiesa Cattolica Romana, sentendosi minacciata nella sua egemonia dalla Riforma Protestante, sferra la prima sistematica guerra ideologica di uno Stato per il controllo totale delle coscienze. Il nuovo confessionale, disegnato proprio in questi anni, si trasforma da luogo di consolazione delle anime a tribunale della mente. Ascoltare, spiare e denunciare il prossimo diventano pratiche obbligatorie, pena: la scomunica, il carcere o il rogo. Menocchio, vecchio, cocciuto mugnaio autodidatta di un piccolo villaggio sperduto fra i monti del Friuli, decide di ribellarsi. Ricercato per eresia, non dà ascolto alle suppliche di amici e famigliari e invece di fuggire o patteggiare, affronta il processo. Non è solo stanco di soprusi, abusi, tasse, ingiustizie. In quanto uomo, Menocchio è genuinamente convinto di essere uguale ai vescovi, agli inquisitori e persino al Papa, tanto che nel suo intimo spera, sente e crede di poterli riconvertire a un ideale di povertà e amore.